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martedì 21 dicembre 2010
à bientôt
Esimi cyberlettori, come potrete notare da soli, da un mese esatto non è stato pubblicato niente. Il blog non è morto: si è addormentato un mese fa davanti ad una vecchia puntata del tenente Colombo e si dovrebbe risvegliare, nella peggiore delle ipotesi, a gennaio 2011. Ma nulla esclude un possibile e dignitoso commiato al vecchio e pulcioso 2010: stay tuned
domenica 21 novembre 2010
Postatomico n.5
Dopo un lungo periodo di sospensione (causata soprattutto dai miei impegni) ho deciso di riprendere in mano questa rubrica
(giusto per buttarvi qualcosa in pasto quando non ho tempo per veri e propri post).
Oggi sono molto sul tetro e, dato che il Natale si avvicina, vi scodello solo brutte notizie:
Ecco l'indice sulla libertà di stampa pubblicato da Reporters sans frontieres (l'unica buona notizia, se così si può dire, è che siamo rimasti stabilmente al 49° posto)
E questa è la descrizione della situazione italiana da parte della stessa organizzazione:
Per continuare in bellezza, l'ennesimo esempio di governo illuminato del nostro partner commerciale e antagonista geopolitico occulto preferito, la Cina:
Sempre sullo stesso tono, altri mirabili esempi di democrazia:
Vietnam
Myanmar
Cambiamo continente, ma non solfa: ecco il Rwanda
Infine un pratico promemoria circa gli atti spontanei di amore fraterno tra i popoli (leggasi guerre) in corso mentre state comodamente seduti sul cesso a cagare (o almeno è quello che sto facendo io adesso). Fonte: Peacereporter
Ve le ricordate le cluster bombs? Quelle che hanno il piccolo difetto di mutilare l'infanzia di mezzo mondo? Ecco cosa l'Italia NON ha fatto per metterle al bando:
Ah, ma cosa vi aspettavate da un paese che, mentre casca a pezzi, spende un miliardo di Euro in armamenti?
E che, nel frattempo, taglia il 5xmille?
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mercoledì 10 novembre 2010
"COTTO E MANGIATO"
In occasione del Winefestival di Merano lo chef sloveno Tomaz Kavic si è ingegnato, per stupire i raffinati palati degli ospiti presenti alla kermesse, a far bollire per 6-7 ore nel suo calderone spezzatino di orso. Si, proprio orso. E pare, tra l'altro, che gli assaggiatori abbiano gradito, informando gli sfortunati curiosi che non hanno avuto il privilegio di partecipare al luculliano banchetto, che "la carne era deliziosa, sapeva di cinghiale".
Al di là del giudizio gastronomico, inevitabile vista l'occasione, la LAV ha dato vita a una polemica per porre la questione su un piano etico e morale. Bisognerà, nei prossimi giorni, verificare anche la posizione legale del goulash di orso.
La platea si divide, come sempre, tra colpevolisti e innocentisti. C'è chi, in nome della conclamata natura carnivora della nostra specie, asserisce che se si macellano milioni di mucche, polli, vitelli,maiali ecc.., tanto vale papparsi anche un bell'orso.
La controparte replica che la consumazione di un orso non è in questo caso nemmeno giustificata da un retroterra culturale e sembra piuttosto essere un atto di barbarie fine a se stesso, un 'capriccio gastronomico', insomma.
Mentre la discussione sul goulash a base di orso è ancora calda, in America si riaccende il dibattito sulla pena di morte. Ma questa volta non sulla sua liceità. Il nodo gordiano lo tiene ben stretto in pugno la 'HOSPIRA', l'unica casa farmaceutica a produrre il Sodium Thiopental, il sedativo che viene somministrato come prima sostanza ai condannati; quello che -secondo la Corte Suprema- garantisce che la pena di morte tramite iniezione letale non sia "crudele e disumana" per il condannato.
Sia che la produzione sia stata fermata dalla HOSPIRA per mancanza di uno dei componenti fondamentali per confezionare il prodotto -come sostiene la stessa casa farmaceutica- sia che l'azienda abbia cercato una scappatoia per evitare di essere associata alle esecuzioni capitali -come vociferano i maligni- fatto sta che lo stato dell' Oklahoma si è trovato a secco di Sodium Thiopental, vedendosi così costretto a interpellare la Corte dello stato per ottenere l'autorizzazione al ricorso di un anestetico solitamente utilizzato per ammazzare animali.
Se tutto filerà liscio, il 16 dicembre John David si addormenterà sotto un'iniezione di Pentobarbital, passando alla storia per essere il primo uomo a venire giustiziato tramite iniezione di veleno destinato a cavalli e bovini.
Anche qui la platea si divide. C'è chi, facendo appello alla difficoltà di reperibilità sul mercato del farmaco, giudica assolutamente necessaria la sostituzione, ricordando che molte esecuzioni sono già state rinviate a causa dell'inconveniente. E chi ritiene che stavolta la barbarie ha veramente superato i limiti, trovando in tutto ciò triste conferma all'asserzione che i condannati vengono ammazzati come bestie.
Insomma, un orso vale più di un pollo e un uomo vale più di un bovino?
Se fossimo nel bel mezzo di una commedia dell'assurdo, a questo punto sarebbe interessante proporre al pubblico in sala dei finali a scelta:
A) mettiamo nel goulash del veleno per animali, stuzzicando i famelici palati dei raffinati intenditori culinari, che apprezzerebbero la pietanza commentando: 'è deliziosa, sa di Sodium Thiopental', mentre ricorriamo all'orso scampato all'impiattamento per giustiziare i condannati a morte.
B) graziamo tutti i condannati e li invitiamo a un banchetto a base di goulash di seitan, mentre lasciamo che Tomaz Kavic se la veda con l'orso, chiuso in una camera della morte.
C) la più verosimile: poiché è difficile che le cose cambino, si potrebbe sempre servire al povero condannato un'ultima cena coi fiocchi, a scelta tra goulash di orso...o spezzatino di Tomaz Kavic.
lunedì 1 novembre 2010
nuovi risvolti del Ruby-gate
Il Ruby-gate si estende al Medio Oriente.
Scarcerata Hanan al Samawi, la studentessa yemenita coinvolta nella spedizione di pacchi-bomba diretti negli Usa.
Secondo indiscrezioni, sarebbe stata decisiva una telefonata di Osama Bin Laden alla questura di San'a: il leader di Al Qaeda avrebbe garantito per la ragazza chiedendo l'affidamento al suo fido braccio destro Ayman al-Zawahiri
venerdì 29 ottobre 2010
Potpourri: il fascista dell'autobus
Gli autobus non trasportano esseri umani, ma particelle slegate.
E' lo stesso principio dell'ascensore: si fa di tutto per rimanere estranei, anonimi, possibilmente neutri, per non lasciarsi invadere dalla presenza dell'altro, dello sconosciuto.
Eppure capita di entrare in contatto, e magari di litigare senza un motivo plausibile con una persona che non conosci, che non hai mai visto in vita tua.
Così ti può capitare di sentir urlare "fascista!" e ti chiedi come sia venuta fuori quella parola totalmente estranea al contesto di neutralità, aliena dalla scatola con quattro ruote che ti trasporta dal punto A al punto B come una supposta infilata nel culo grigio della città.
Non mi sorprende che siano un uomo ed una donna a litigare, solo non capisco il motivo.
Lei continua a dargli del fascista, è palesemente fuori di sé, lui risponde con uno sprezzante "signora, lei mi fa schifo!".
Tutti si girano, l'incantesimo è rotto, non siamo più particelle slegate.
Di mezzo c'è un giornale, vai a capire come può aver provocato l'alterco: chi stava leggendo cosa e come è nato il diverbio.
Cosa c'entrerà poi il fascismo?
Il signore scende, è così grigio e anonimo che non ricordo il suo viso, lei lo segue a ruota urlando "non provi a scappare! io chiamo qualcuno!" e intanto si trascina dietro due poveri vecchi, presi letteralmente per il bavero, ai quali impone la sua volontà: "voi siete testimoni! avete visto tutto!".
Io rimango sull'autobus che riparte, ma faccio in tempo a vedere che l'uomo è sparito, lei è rimasta sul marciapiede, parla con uno dei vecchi, l'altro sgattaiola via per eludere questo esemplare d'umanità varia uscita di senno.
martedì 19 ottobre 2010
riflessioni serali
Ipotesi assurda:
siete l'ultimo uomo (o donna) rimasto sulla faccia della Terra
state morendo di freddo (come a Urbino un giovedì sera di gennaio)
avete con voi solo due oggetti
1) Un accendino
2) I rotoli del Mar Morto
cosa fareste?
Gradita risposta
siete l'ultimo uomo (o donna) rimasto sulla faccia della Terra
state morendo di freddo (come a Urbino un giovedì sera di gennaio)
avete con voi solo due oggetti
1) Un accendino
2) I rotoli del Mar Morto
cosa fareste?
Gradita risposta
giovedì 30 settembre 2010
Il naufragio del bipolarismo e la placida morte del PD
Chi si aspettava una resa dei conti definitiva a destra è rimasto a bocca asciutta: il governo ha retto, grazie al voto di quei finiani che dovevano, nelle elucubrazioni di qualcuno, aspettarlo al varco e affossarlo alla prima occasione utile.
Così non è stato, anche se si è registrata la scissione formale di Fli, in futuro destinata forse a legarsi con l'eterogeneo blocco Udc-Api ed alcuni prossimi ex-Pd, il famoso "Terzo polo", per intenderci, che, a mio parere, non godrà di salute migliore rispetto agli altri due, ormai in chiaro affanno.
La fiducia accordata al governo, vuoi per sentimento di responsabilità verso il paese in un periodo di crisi nera, vuoi perché attendono che sia la Lega a far saltare il tappo, non significa certo un ritorno all'ovile, un ripensamento del "figliol prodigo" Fini, intenzionato come non mai a smarcarsi da Berlusconi (e rinunciando così ai suoi ex colonnelli, oggi mastini del premier) senza compromettere il suo avvenire politico, soprattutto sotto il profilo del consenso elettorale.
I finiani, da bravi "uomini d'ordine", come si diceva un tempo, non hanno voluto scoperchiare il vaso di Pandora delle urne, in un momento in cui il voto rappresenta un'incognita più paurosa di un governucchio stentato.
O, perlomeno, Fini non ha voluto accollarsi la responsabilità di ciò, aspettando che sia la Lega, con la sua crescente arroganza e la sua martellante propaganda, ad ordinare il "si salvi chi può" nella speranza di poter strappare alle urne forse non lo scettro, ma almeno qualche poltrona in più.
Nonché un maggiore peso specifico (come se quello che ha già fosse non sufficiente) all'interno dell'esecutivo.
Saltando a piè pari il Pdl, che rimane imbalsamato sulle sue posizioni come il partito comunista della Corea del Nord, e che può solo giovarsi dell'afflusso di qualche voto dei soliti saltimbanchi di Montecitorio o di Palazzo Madama, non rimane altro da fare che spostare lo sguardo più a sinistra.
Casini, che sta cercando per l'ennesima volta di coagulare intorno a sé abbastanza materia prima per dare forma al terzo polo, al grande centro, ecc..., ovvero a quella cosa che qualcuno sta aspettando dal 1993, gioca di sponda a destra e manca con la disinvoltura di un professionista della pelota basca: tuttavia, nonostante l'appoggio non proprio velato delle gerarchie ecclesiastiche, corre il rischio di perdere ancora una volta il filo del discorso e di ritrovarsi schiacciato da Berlusconi, in piena campagna acquisti per ingrossare le sue file e saltare l'ostacolo fisiologico dell'immobilismo.
L'Api, che sconta anche una non felice omonimia con un colosso petrolifero non molto amato dalle nostre parti, risulta essere una sigla con poco, o nullo, radicamento nel territorio, nonché mediaticamente inesistente, destinato, con tutta probabilità, ad essere assorbito da qualche compagine maggiore.
Al suo fianco, il Pd, logorato dalle sotterranee lotte di potere interne ed in pieno calo di popolarità.
Il partito che doveva riassumere le tradizioni del cattolicesimo sociale e del postcomunismo si trova a dover fare i conti non solo con l'inconciliabilità delle posizioni laiche e teo-dem, un ostacolo forse superabile, ma con il complessivo fallimento del disegno politico a livello locale e nazionale, con il quotidiano alternarsi di aperture al centro e alla propria sinistra che rischiano di trasformarsi in intrinseca debolezza e sudditanza nei confronti di compagni di strada scomodi come Di Pietro e, seppure si tratti di un'ipotesi remota, Beppe Grillo.
Il tutto condito dalla delusione di molti cittadini amministrati dal Pd, che vivono con l'impressione di avere a che fare con un comitato d'affari: non giovano certo gli scandali locali ed il comportamento palesemente clientelare di alcuni esponenti Pd nel territorio.
Il paradosso è che proprio nel Centro Italia, la colonna vertebrale del consenso geografico del Pd, si verifichi una clamorosa disaffezione nei confronti di un partito perennemente in burrasca per le prese di posizione delle sue varie primedonne e che spesso esprime governi locali che soffrono di fiato corto già dalla nascita.
Poco da dire su Idv, un partito che non è certamente esente dai vizi del malcostume politico che denuncia quotidianamente.
L'estrema sinistra offre anch'essa pochi spunti: le aspirazioni di Vendola lasciano il tempo che trovano, come le ali di cera non potevano sorreggere il volo di Icaro, mentre la galassia di sigle ancor più marginali sembrano destinate a rimanere fuori dai giochi, soprattutto con questa legge elettorale, che non permette sterili battibecchi e futili divisioni tra forze analoghe.
D'altro canto, quello che una volta era il bacino elettorale dell'estrema sinistra, la classe operaia, è ormai orientata, nel nord e nel centro, verso le posizioni leghiste.
Lasciando fuori dal discorso i movimenti più piccoli, come Forza Nuova, destinati a vivacchiare, resta da prendere in considerazione il movimento di Beppe Grillo.
Sono d'accordo con chi ha accusato i grillini di aver issato Cota sul seggio di governatore in Piemonte: inutile ribattere che la coalizione della Bresso fosse comunque espressione di una certa politica.
Non credo che la giunta Cota fosse il risultato auspicato da chi ha votato per le liste 5 stelle, né, tanto meno, dai suoi candidati.
Peculiare è il nuovo soggetto politico nato in Sicilia, Popolari per l'Italia di Domani, che riassume al suo interno esponenti ex Udc, ex Pdl ed ex Pd: una sorta di grande ammucchiata ancora avvolta nel mistero.
L'immagine che viene fuori, per concludere, assomiglia ad una vecchia polaroid sfocata: è possibile vedere i contorni delle immagini, intuire i movimenti, ma a volte è difficile comprendere la natura del soggetto raffigurato.
Sicuramente non è bipolarismo.
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