venerdì 30 aprile 2010

Ultimo sforzo


Causa sforzo finale per la tesi di laurea (da parte mia) e di concomitanti impegni accademici e lavorativi (degli altri), non aspettatevi molto nelle prossime 2 settimane.
Ci scusiamo con voi lettori e vi invitiamo a buttare un occhio ogni tanto perché qualche ritaglio di tempo lo potremmo sempre trovare.
Tanti auguri a chi, come noi, ha davanti a sé una manciata di settimane di lacrime sudore e sangue (vi ricordate di chi è questa locuzione?)

                      

mercoledì 21 aprile 2010

Una mattina mi son svegliato...


Una mattina mi son svegliato e, come mio solito, mi sorbisco con la colazione la "carrellata" delle ultim'ore del Televideo generosamente concessoci da Mamma RAI.
Tra notizie alquanto anonime ne vedo spiccare una che per poco non mi manda di traverso il latte: sindaco leghista di Mogliano Veneto proibisce alla banda comunale di suonare "Bella Ciao" in occasione del prossimo 25 aprile, 65° anniversario della Liberazione.
Il leghista Giovanni Azzolini sostiene che la canzone ritenuta generalmente l'inno del movimento partigiano non sia un inno istituzionale, e pertanto non vi sarebbe nessun obbligo di suonarla durante la ricorrenza: egli ha chiesto alla banda di suonare invece "La canzone del Piave", scritta per celebrare la vittoria della Prima Guerra Mondiale.
A mio avviso, a parte lo spirito di sacrificio, le due canzoni hanno proprio poco in comune: la prima, composta durante la Resistenza, celebra senza trionfalismi (anzi, è proprio intrisa di tristezza) il coraggio di chi si è opposto all'invasore nazista; la seconda, forse musicalmente più orecchiabile, è riferita a tutt'altra epoca e con toni ben differenti, non credo che una canzona per così dire bellicista sia adatta per commemorare i caduti  di una lotta portata avanti in nome della pace.
Rimane il fatto che la decisione di Azzolini ha fatto infuriare Maurizio Beggio, presidente della sede locale dell'ANPI, l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, che ha riconosciuto la natura non istituzionale della canzone, ma ha pure fatto notare che il testo non ha riferimenti politici.
Dopo le polemiche, Azzolini ha fatto una parziale marcia indietro: ha sostenuto che nessuno gli abbia chiesto ufficialmente di suonarla, ma se l'ANPI avanzerà la richiesta egli non avrà nulla in contrario.
Ci mancherebbe.
Spero di svegliarmi domattina e non trovare un'altra pietanza così indigesta.

venerdì 16 aprile 2010

La telefonata che accorcia la vita,l'altra faccia delle privatizzazioni: il caso France Telecom


Almeno 35 suicidi negli ultimi due anni, per non contare anche i tentativi, che di sicuro farebbero lievitare il computo.
Non si tratta di una statistica riguardante il nostro sistema carcerario, anche se le cifre sono paragonabili, ma dei casi registrati tra i lavoratori di una delle più grandi compagnie di telecomunicazioni del mondo: France Telecom.

L'ondata tragica dei “dipendenti spazzatura” che hanno scelto di privarsi della vita ha avuto inizio ufficialmente nel febbraio 2008 ed ha mietuto le ultime vittime solo nello scorso mese di gennaio.
Secondo i sindacati la causa di questi eventi è da rintracciarsi nella politica di gestione del personale attuata da quando è iniziata la privatizzazione del colosso francese, terzo operatore telefonico europeo per giro d'affari dietro Deutsche Telekom e Telefonica.
Con un passato da monopolista, come nel caso dell'italiana SIP del resto, France Telecom è stata privatizzata nel 1997, anche se la quota di controllo (23,16% secondo Wikipedia) rimane nelle mani dello Stato.
Dei circa 102.000 dipendenti, il 65% detiene ancora la carica di funzionario statale che mette al riparo da licenziamenti nel caso che la quota di mercato si riduca.
Il rimanente 35% è abbonato al cero alla Madonna.
Lo status di “privilegiato pubblico” non mette però al riparo da altre iniziative provenienti dalle alte sfere: trasferimenti forzati verso altre sedi o verso altre mansioni, è così che chi ieri riparava le linee telefoniche oggi risponde ad un call center, con un drastico calo del salario e turni più lunghi.

L'epoca di Didier Lombard, ex CEO del gruppo defenestrato proprio in seguito allo scandalo-suicidi, è stata costellata dal terrore per le continue ristrutturazioni del personale e per lo sprezzo verso le sofferenze dei lavoratori: tanto da indurre l'Ispettorato del Lavoro a segnalare la situazione all'Autorità giudiziaria parigina che ha aperto un'inchiesta per mobbing nei confronti dell'azienda.
Il colosso chiede di esaminare i casi di suicidio singolarmente, asserendo che non ci siano state responsabilità da parte sua e che i tragici eventi siano da ricondurre a problemi di natura personale.
France Telecom sostiene inoltre che il tasso di suicidi non sia oltre la norma facendo riferimento alle statistiche dell'OMS che vedono la Francia al primo posto in Europa per numero di suicidi.
I sindacati mettono invece in discussione il nuovo contratto di lavoro che metterebbe in pericolo numerosi posti di lavoro e denunciano: “nulla è cambiato in France Telecom”.

Ma la compagnia telefonica non è l'unica società francese ad avere questo tipo di “inconvenienti”: anche Renault, BNP Paribas e addirittura Disneyland Paris hanno avuto casi di suicidi tra i dipendenti.
Il direttore di un ristorante del parco di divertimenti ha lasciato scritto alla moglie: “non voglio tornare da Mickey” (Topolino, n.d.A.).
Egli aveva spesso denunciato di dover “ottenere sempre più risultati con sempre meno mezzi”, quasi fosse l'ultimo sguattero di un McDonalds.
Morire sul lavoro, non per mancanza di sicurezza fisica ma per mancanza di umanità.
Questa è l'altra faccia delle privatizzazioni, nonostante i loro indubbi vantaggi.

Condizioni di vita e di lavoro sempre più degradanti da farci invidiare gli operai inglesi del diciannovesimo secolo: una precarietà dell'esistenza che nega anche il miraggio di un progetto di vita, di famiglia.
Un tempo c'erano i proletari, così chiamati perché nulla avevano oltre i loro figli: la precarietà odierna funge da ottimo deterrente alla procreazione e dunque non ci sono neanche più i proletari.
L'unica cosa che rimane è la vita, ma le dinamiche spietate del valore di scambio, della strategia della quantità, causano atroci sofferenze psichiche e spesso spingono a privarsi anche dell'unica valore qualitativo superstite.

Ma non è finita qui.
Lo scorso ottobre France Telecom ha congelato la politica di management del personale ed ha liquidato Lombard, contemporaneamente ha dichiarato agli operatori borsistici utili superiori alle previsioni: evidentemente le politiche di Lombard hanno pagato.




lunedì 12 aprile 2010

ECCO LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA CONTRO GOOGLE:

Sono state rese note oggi le motivazioni della sentenza di primo grado che ha visto la condanna di tre dirigenti italiani di Google per violazione della privacy.
Per chi fosse a digiuno della questione, ecco il link dell'articolo di Apolitics del 28 febbraio.
Abbiamo ritenuto opportuno, per ragioni di completezza, riportare l'interpretazione del giudice Magi. [Articolo tratto dal sito del Corriere della Sera]
Vista tuttavia la vaghezza degli elementi riportati dagli organi di informazione, a confronto con le 111 pagine di motivazioni, ci riserviamo di riportare a galla la questione al più presto, qualora emergano ulteriori dettagli. Ci sentiamo comunque di ribadire l'opinabilità di tale sentenza- la quale crea un precedente di responsabilità di una piattaforma, deresponsabilizzando di fatto i comportamenti individuali.
il Nucleo Alfa di Apolitics Now

venerdì 9 aprile 2010

ALL YOU NEED IS LOVE

Parlare d'amore al giorno d'oggi corre il rischio di risultare stucchevole e melenso o tuttalpiù anacronistico.
Eppure è un argomento che, volente o nolente, coinvolge tutti, senza alcuna distinzione.
Forse è proprio questo il problema: l'amore, come le poche altre cose fondamentali della vita, ci accompagna fin dai nostri primi passi e, come esse, si finisce col darlo per scontato.
Intendo dire che lo si vive, sì, in tutte le sue forme, ma senza porsi domande sulla sua natura.
Ovviamente esso rimane un problema centrale nella vita, con cui ogni uomo deve fare i conti.
Le implicazioni che esso comporta sono oggi, per la maggior parte, le stesse di secoli fa.
Sono queste costanti che ci permettono di commuoverci ancora di fronte alla tenace passione di Paolo e Francesca, di condividere il dissidio catulliano e soffrire con Otello.
Gelosia, passione e razionalità, tradimento, felicità e tormento...
Insomma, Moccia non ha inventato niente.
Eppure, aldilà delle costanti, che pur sempre ci attraggono e coinvolgono, sicuramente qualcosa è cambiato.
Il 'caro, vecchio' Bauman docet: l'amore è uno dei cinque pilastri della società e, come questa, anche l'amore è mutato. Lo è a tal punto da spingere il famoso sociologo a dedicargli un saggio a parte: "Amore liquido".
"L'Amore è un prestito ipotecario fatto su un futuro incerto e imperscrutabile"; vale a dire: solo un'altra incognita in un mondo già pieno zeppo d'incognite.
Questa mia è solo una breve introduzione al libro, per invitarvi a una (spero) illuminante lettura. Per chi voglia iniziare a sbocconcellare e capire come e perché l'amore è cambiato.....

Dalla Prefazione

"L'eroe di questo libro è Der Mann ohne Verwandtschaften: l'uomo senza legami, e in particolare senza legami fissi[...].
Non avendo legami indissolubili e dati una volta per tutte, l'eroe di questo libro - l'abitante della nostra società liquido-moderna - e i suoi successori sono oggigiorno obbligati a costruire qualunque legame intendano usare come ponte di collegamento col resto dell'umanità ricorrendo alle proprie doti e capacità di dedizione.
Slegati da tutto, essi devono connettersi...Nessuna delle connessioni usate per colmare il vuoto lasciato dai vecchi legami ormai logori o già spezzati ha tuttavia garanzia di durata. E comunque, devono essere legami "allentati", di modo che si possano sciogliere senza troppe lungaggini non appena lo scenario venga a mutare- e nell'epoca della modernità liquido-moderna ciò accadrà di certo, e ripetutamente.
L'estrema fragilità dei legami umani, la sensazione di insicurezza che essa incute e gli opposti desideri - stringere i legami e mantenerli allentati - che tale sensazione genera è ciò che questo libro tenterà di rilevare, illustrare e interpretare.
[...] i protagonisti sono uomini e donne [...] ansiosi di instaurare relazioni ma al contempo timorosi di restare impigliati in relazioni "stabili", per non dire definitive, poiché paventano che tale condizione possa comportare oneri e tensioni che non vogliono ne' pensano di poter sopportare e che dunque possa fortemente limitare la loro tanto agognata libertà di...sì,avete indovinato, di instaurare relazioni.
[...]le relazioni [...] vacillano costantemente tra un dolce sogno e un orribile incubo, e nessuno può mai dire quando l'uno si trasformi nell'altro.
(Le relazioni) sono saldamente al centro dell'attenzione degli individui (...) dell'era liquido- moderna e forse al primo posto nella loro agenda di vita.
Oggigiorno quello delle "relazioni" è l'argomento sulla bocca di tutti, ed evidentemente l'unico gioco cui valga la pena di partecipare, nonostante i noti rischi che comporta.
Alcuni sociologi [...]balzano subito alla conclusone che i loro contemporanei sono tutti alla ricerca di amicizie, legami, aggregazione, comunità. In realtà ( quasi a voler seguire la regola di Martin Heidegger che le cose si rivelano alla nostra coscienza solo attraverso la frustrazione che provocano- allorché vanno in malora, svaniscono, tradiscono le nostre aspettative o la propria natura), oggigiorno l'attenzione dell'uomo tende a incentrarsi sulle soddisfazioni che le relazioni si spera arrechino proprio perché per qualche verso non sono state ritenute pienamente e realmente soddisfacenti.
[...]
Non sorprende che le "relazioni" siano uno dei principali motori dell'odierno 'boom delle consulenze'. Ciò che essi sperano di sentirsi dire dagli esperti è come far quadrare il cerchio, come avere la botte piena e la moglie ubriaca, come godere delle gioie della relazione senza doverne ingoiare anche i bocconi amari;(..)come appagare senza opprimere.
(Sfogliando) avidamente le rubriche "affari di cuore"(...) attraverso l'esperienza di altri lettori, riciclata dagli esperti, (i lettori imparano), che potrebbero tentare di imbastire una "relazione tascabile", che le "coppie semi-libere" vanno elogiate come dei rivoluzionari che hanno fatto scoppiare la soffocante bolla della coppia. Nel complesso, ciò che imparano è che l'impegno, e in particolare l'impegno a lungo termine, è la trappola che (...) più di qualunque altra si deve evitare.
"Se vi impegnate, per quanto alla leggera, ricordate che probabilmente state chiudendo la porta ad altre possibilità romantiche che potrebbero essere più soddisfacenti e appaganti."
Quindi "lasciate sempre tutte le porte aperte". Di fatto, più che a instaurare relazioni, sembriamo intenti a evitare che i nostri rapporti diventino troppo impegnativi. Davvero (le persone) cercano relazioni durevoli, come dicono, o piuttosto non desiderano più di ogni altra cosa che quelle relazioni siano superficiali e leggere in modo che se ne possano "disfare in qualunque momento"?
Le "relazioni virtuali" rispondono a questa esigenza: sono facili da instaurare e altrettanto facili da troncare.
MA la facilità del disimpegno e l'interruzione su richiesta dei rapporti non riduce i rischi: semplicemente li distribuisce- insieme alle angosce che sempre li accompagnano - in modo diverso.