mercoledì 10 novembre 2010

"COTTO E MANGIATO"




In occasione del Winefestival di Merano lo chef sloveno Tomaz Kavic si è ingegnato, per stupire i raffinati palati degli ospiti presenti alla kermesse, a far bollire per 6-7 ore nel suo calderone spezzatino di orso. Si, proprio orso. E pare, tra l'altro, che gli assaggiatori abbiano gradito, informando gli sfortunati curiosi che non hanno avuto il privilegio di partecipare al luculliano banchetto, che "la carne era deliziosa, sapeva di cinghiale".
Al di là del giudizio gastronomico, inevitabile vista l'occasione, la LAV ha dato vita a una polemica per porre la questione su un piano etico e morale. Bisognerà, nei prossimi giorni, verificare anche la posizione legale del goulash di orso.
La platea si divide, come sempre, tra colpevolisti e innocentisti. C'è chi, in nome della conclamata natura carnivora della nostra specie, asserisce che se si macellano milioni di mucche, polli, vitelli,maiali ecc.., tanto vale papparsi anche un bell'orso.
La controparte replica che la consumazione di un orso non è in questo caso nemmeno giustificata da un retroterra culturale e sembra piuttosto essere un atto di barbarie fine a se stesso, un 'capriccio gastronomico', insomma.

Mentre la discussione sul goulash a base di orso è ancora calda, in America si riaccende il dibattito sulla pena di morte. Ma questa volta non sulla sua liceità. Il nodo gordiano lo tiene ben stretto in pugno la 'HOSPIRA', l'unica casa farmaceutica a produrre il Sodium Thiopental, il sedativo che viene somministrato come prima sostanza ai condannati; quello che -secondo la Corte Suprema- garantisce che la pena di morte tramite iniezione letale non sia "crudele e disumana" per il condannato.
Sia che la produzione sia stata fermata dalla HOSPIRA per mancanza di uno dei componenti fondamentali per confezionare il prodotto -come sostiene la stessa casa farmaceutica- sia che l'azienda abbia cercato una scappatoia per evitare di essere associata alle esecuzioni capitali -come vociferano i maligni- fatto sta che lo stato dell' Oklahoma si è trovato a secco di Sodium Thiopental, vedendosi così costretto a interpellare la Corte dello stato per ottenere l'autorizzazione al ricorso di un anestetico solitamente utilizzato per ammazzare animali.
Se tutto filerà liscio, il 16 dicembre John David si addormenterà sotto un'iniezione di Pentobarbital, passando alla storia per essere il primo uomo a venire giustiziato tramite iniezione di veleno destinato a cavalli e bovini.
Anche qui la platea si divide. C'è chi, facendo appello alla difficoltà di reperibilità sul mercato del farmaco, giudica assolutamente necessaria la sostituzione, ricordando che molte esecuzioni sono già state rinviate a causa dell'inconveniente. E chi ritiene che stavolta la barbarie ha veramente superato i limiti, trovando in tutto ciò triste conferma all'asserzione che i condannati vengono ammazzati come bestie.

Insomma, un orso vale più di un pollo e un uomo vale più di un bovino?

Se fossimo nel bel mezzo di una commedia dell'assurdo, a questo punto sarebbe interessante proporre al pubblico in sala dei finali a scelta:

A) mettiamo nel goulash del veleno per animali, stuzzicando i famelici palati dei raffinati intenditori culinari, che apprezzerebbero la pietanza commentando: 'è deliziosa, sa di Sodium Thiopental', mentre ricorriamo all'orso scampato all'impiattamento per giustiziare i condannati a morte.

B) graziamo tutti i condannati e li invitiamo a un banchetto a base di goulash di seitan, mentre lasciamo che Tomaz Kavic se la veda con l'orso, chiuso in una camera della morte.

C) la più verosimile: poiché è difficile che le cose cambino, si potrebbe sempre servire al povero condannato un'ultima cena coi fiocchi, a scelta tra goulash di orso...o spezzatino di Tomaz Kavic.

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