(nella foto, Mario Borghezio)
La farneticante vicenda che ha visto protagonista il deputato della Lega Paolo Grimoldi dimostra che le parole, talvolta, possono ancora essere considerate tabù, anche in un mondo eternamente connesso dove ogni immagine è a portata di mouse.
Riportiamo i fatti.
Il 15 gennaio il deputato Grimoldi ha depositato un'interpellanza al Ministro dell'Istruzione Gelmini sollecitando un intervento nei confronti di una scuola elementare della Brianza dove le insegnanti si sono rese responsabili di aver fatto leggere, in una quarta elementare, il famoso "Diario di Anna Frank" nella sua versione integrale.
A suscitare lo sdegno di alcuni genitori è il fatto che nella versione integrale del testo sono presenti temi per così dire 'delicati', come ad esempio una descrizione, da parte della giovane Frank, delle sue parti intime.
Una particolare ricostruzione di questo episodio è stato riportato da un quotidiano online di indubbia provenienza.
Fortunatamente, come dice il dirigente dell'istituto dove il fatto è avvenuto, "il Ministro dell'Istruzione ha cose più importanti di cui occuparsi".
La vicenda non sembra essere destinata ad avere ripercussioni negative sulle insegnanti e sull'istituto, nondimeno fornisce spunti alquanto lampanti per ulteriori osservazioni.
Innanzitutto questa vicenda conferma la tragicomica situazione della politica italiana: si potrebbe affermare che anche il deputato aveva cose più importanti di cui occuparsi.
Paolo Grimoldi non è certo uno di quei deputati che passano la Legislatura come se fossero clienti di un Club Méditerranée, lo dimostra la sua incessante opera a Montecitorio.
Militante fervente della Lega, è lui l'anima del Movimento dei Giovani Padani e l'incontenibile paladino dell'epica Provincia di Monza e Brianza.
Da qualche mese è impegnato a contrastare l'iniziativa di Alemanno per portare il Circus della Formula Uno sulle strade di Roma: per Grimoldi la sede sacra e naturale della massima competizione motoristica in Italia è Monza.
Trova pure il tempo di occuparsi di una brutta vicenda di violenze e soprusi che ha coinvolto tre agenti della Polizia Municipale di Monza e un romeno: indovinate per chi ha parteggiato l'onorevole?
Altro tema molto sentito da Grimoldi è la scuola.
Padana, of course.
La sua popolarità tra gli studenti di fede leghista è tale che su Facebook esiste un gruppo per sostenere la sua fantomatica scalata al Dicastero retto, con discussa fortuna, da Maristella Gelmini.
A ben vedere questo gruppo gode di un seguito molto ristretto e lo stesso Grimoldi figura tra i promotori.
Primo punto della sua ipotetica agenda da ministro: abolire il valore legale dei titoli di studio, giusto per mettere in ginocchio chi non può permettersi rette da collegio del Lichtenstein.
Ma la vicenda del Diario fa subito riflettere su altre implicazioni.
Si può discutere o meno se sia giusto far leggere quella pagina ad un bambino di nove anni, in ogni caso bisogna ricordarsi che sono pur sempre parole.
Nessuna parola di quella pagina può turbare la mente di un minore più delle immagini che ogni schermo è capace di veicolare.
Dal caso Marrazzo fino ai deprecabili cinepanettoni, dalle vallette ai calendari ben pubblicizzati ed esposti, il mondo accessibile agli occhi di un minore è ben più volgare di qualunque testo, erotico o meno che sia.
Un testo, sia pure pornografico, può essere ritenuto meno offensivo di un'immagine come quella riportata al principio di questo post: un gesto più che eloquente.
La parola, per la Linguistica Strutturale, è un segno e, in quanto tale, è composta da un significante e da un significato: tra i due estremi della relazione soggetto-oggetto vi è quindi una mediazione che, per così dire, ci protegge dalla durezza delle cose.
L'immagine non è così rassicurante: essa è diretta, immediata, colpisce inesorabilmente chiunque possa esperirla.
In ogni caso, visti i tempi che corrono, ritengo che nessun bambino di nove anni si possa scandalizzare o turbare per un testo come quello contenuto nella pagina "all'indice".
Questo dimostra che sono molto più evoluti, razionalmente, dei propri genitori.
In ultima istanza, non si può certo dimenticare il significato profondo del "Diario" di Anna Frank, simbolo della vera innocenza massacrata dalla follia nazista.
Purtroppo, come dimostrano numerosi fatti di cronaca, la nostra mentalità non è molto diversa da quella che generò la Shoah.
Come se non bastasse, il doveroso ricordo della Storia viene continuamente osteggiato da revisionismi e negazionismi di ogni genere.
Per quanto crudele sia la verità, è nostro dovere fare in modo che le future generazioni non la disperdano, magari perché troppo presi da una certa "cultura moderna", nomen omen, che si fa strada a colpi di culi e tette.
Forse, tra le proposte chimeriche dell'aspirante Ministro, lo studio degli eventi intercorsi tra il 1933 e il 1945 potrebbe essere sostituito, per salvaguardare l'incolumità morale degli alunni, dalla versione integrale di un grande poema epico padano: "Elisa di Rivombrosa".