Venerdì 30 ottobre se n'è andato, dopo un secolo di brillante esistenza, il padre dello Strutturalismo antropologico, Claude Levi-Strauss.
Il suo apporto nel campo non solo dell'antropologia ma anche della semiotica, della psicologia e della filosofia, è tale da poterlo annoverare tra gli intellettuali più rivoluzionari del novecento.
Tra le sue opere troviamo capolavori come Tristi tropici, Antropologia strutturale, Il pensiero selvaggio, La vita familiare e sociale degli indiani Nambikwara, Le strutture elementari della parentela, Il crudo e il cotto.
Ho conosciuto la sua opera al mio primo anno di università leggendo il capitolo di Tristi tropici dedicato ai Bororo, sperduta etnia amazzonica visitata da Levi-Strauss negli anni 30.
Il genio, il metodo e l'umanità di questo grande studioso ci hanno permesso di viaggiare in mondi ormai scomparsi.
Recentemente ha affermato a proposito di come vedeva il nostro futuro: "Non me lo chieda. Siamo in un mondo al quale già sento di non appartenere. Quello che ho conosciuto, che ho amato, aveva un miliardo e mezzo d'abitanti. Il mondo attuale ne conta sei. Non è più il mio. E quello di domani, con nove miliardi di uomini e donne - anche se ci assicurano, per consolarci, che si tratterà del punto più alto della parabola..."
Il mondo è cominciato senza l´uomo e finirà senza di lui.
Proprio nel momento in cui scompare il migliore antropologo che il mondo abbia conosciuto arrivano dall'Amazzonia notizie non proprio felici: Peacereporter annuncia la scomparsa ormai imminente di una intera tribù, gli Akuntsu.
Questa pacifica tribù selvaggia, una delle ultime, conta ormai solo 5 membri, sopravvissuti alla distruzione del loro territorio ad opera dei coltivatori di soia e degli allevatori che operano per conto delle grandi multinazionali alimentari.
Quindi pensateci la prossima volta che sarete in fila nella vostra automobile in attesa di un panino indigesto.
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