sabato 31 luglio 2010

Racisme à la carte



L'affaire Bettencourt, si sa, ha messo in grave imbarazzo il governo del Presidente francese Nicolas Sarkozy, alle prese con un calo di popolarità che taglierebbe le gambe a qualunque esponente politico di primo piano.
Il nostro "caro" Sarkò, primo Presidente "oriundo" nella terra del Camembert, ha recentemente trovato un modo assai originale di rientrare nelle grazie dei suoi sudditi estraendo dal mazzo la carta jolly del razzismo di Stato.
Venerdì scorso, infatti, il piccolo despota si trovava a Grenoble, città che si era appena ripresa dal trauma degli scontri, protratti per tre giorni, tra forze dell'ordine e abitanti delle banlieues: a causare i tafferugli l'uccisione, da parte della polizia francese, di un giovane di origine straniera coinvolto in una rapina.
Davanti al ripetersi del solito copione, Le Petit President ha pensato bene di cavalcare l'onda per lanciare un messaggio che ha fatto saltare dalle sedie non solo i suoi oppositori socialisti, ma anche i rappresentanti di numerose associazioni per i diritti umani: togliere la cittadinanza francese ai criminali d'origine straniera.
Detta dalle nostre parti questa frase non avrebbe colpito particolarmente le coscienze, abituati come siamo a sentire quotidianamente i vaneggiamenti anticostituzionali di un governo xenofobo che si vanta di rispedire i migranti eritrei in Libia a morire nel deserto sotto le torture degli sbirri dell'amico Gheddafi.
In Francia, paese con una popolazione composta da una larga fetta di cittadini di origine straniera (come lo stesso Sarkozy, di origine polacca), la Costituzione prevede l'uguaglianza tra francesi "DOC" e "oriundi", la proposta di Sarkò contiene dunque un vulnus costituzionale non indifferente: l'ipotetica normativa ventilata dal nano d'oltralpe distingue tra rapinatori di pura razza francese (se esiste) e non.
Il rispettabile Le Monde, da poco passato nelle mani di imprenditori vicini alla sinistra francese, ha attaccato il Presidente accusandolo di allinearsi alle tesi del Front National, il partito xenofobo retto da Jean-Marie Le Pen.
Per chi non lo sapesse ricordo che il FN è uno degli alleati europei della Lega Nord e che "Il pene di Le Pen si issa appen appen".
Certamente ci sono tre considerazioni di fondo da fare:


1) Tutta questa manfrina serve a riempire i media francesi per mettere in secondo piano lo scandalo che sta colpendo il partito ed il governo di Sarkozy


2)Tutti i governi fascisti, come quello di Sarkozy, usano artificiosamente spauracchi legati alla pubblica sicurezza e alla crescente immigrazione per imbavagliare il dibattito o farlo procedere su binari prestabiliti.


3) Alla fine si punta sempre a suscitare clamore attorno ad un diritto inalienabile (in Francia la cittadinanza, da noi l'asilo politico).


Come dire, questa è la destra europea, bellezza.

lunedì 26 luglio 2010

BASTA NON INQUADRARLO...




La storia abbastanza recente ci insegna (o almeno dovrebbe insegnarci) che grossomodo tutti i grandi dittatori del presente e del passato nella loro presa coatta di potere compiono un passo FONDAMENTALE per il loro successo: la presa di controllo sui mezzi di informazione allo scopo di avere il PUBBLICO CONSENSO…

Mussolini ad esempio aveva ben chiaro questo passaggio infatti si prese subito il disturbo di controllare i mass media che in quel periodo stavano esplodendo (radio, cinegiornali…) per fare i suoi pomposi proclama in cui si annunciavano conquiste ed espansioni territoriali dell’italica razza.

Ma è davvero così importante controllare l’informazione ???

Per rispondere a questa domanda ne pongo delle altre…

Qualcuno si è accorto che il braccio destro del Primo Ministro è stato condannato a 7 anni per MAFIA ?
Come è stato possibile dare una notizia del genere senza alzare uno scandalo cosmico con dimissioni a manetta di tutti e crollo totale della fiducia in chi ci governa ?

Come è stato possibile far tacere migliaia di persone che protestano e far passare una città in ginocchio come L’Aquila ancora mezza sepolta dalle macerie per una città nuova e prontamente ricostruita nel giro di un anno ?
(Tra l’altro dei testimoni giurano di avere ricevuto delle cariche dalla polizia durante le manifestazioni di protesta e dei filmati lo confermano)

Come è possibile far passare uomini che lavorano nel torbido, con capitali di dubbia origine e che si rifiutano di sottoporsi a regolari processi, per dei santi presi di mira dai giudici talebani e comunisti ?

La risposta a tutte queste domande è la stessa: a colpi di TV


Purtroppo la maggioraza dell’informazione (e comunque la parte più seguita) è controllata dallo stesso losco individuo che causa le sopracitate aberrazioni politiche e sociali e che è causa del costante declino del nostro paese… ma non ci si può aspettare che uno si autoaccusi e dica, o permetta ad altri di dire, nelle sue TV cose contro di lui: io stesso se prendessi i miei quattro soldi mensili da lui (arrrgh) mi guarderei bene dal farlo incazzare.

Insomma… per non far notare una cosa… basta NON INQUADRARLA o mettere il microfono lontano….
(anche se i nostri “giornalisti” osano ben di peggio dando in alcuni casi notizie stravolte e con dati palesemente ritoccati… solo per compiacere il padrone).

Questo sistema esiste più o meno ovunque ma da noi sta prendendo una piega allarmante…
Se neanche degli scandali come quelli sopracitati possono scuotere la gente da questo torpore mediatico di cui è vittima le speranze di un secondo rinascimento italiano si riducono davvero all’osso…

L’unica speranza (e anche l’unico mezzo da cui ancora posso attingere vere notizie) è INTERNET… (il quale però, come detto in precedenti articoli, non è esente da trappole fuorvianti e informazioni bufala)

PS. [E’ con la sopracitata sentenza a Dell’Utri che la mia sopportazione riguardo all’informazione ha toccato il limite… trasformare una condanna a 7 anni di carcere per MAFIA in una assoluzione non è solo ridicolo: ha del grottesco. Un conto è glissare abilmente su una manifestazione di operai scontenti… un conto è far passare un mafioso per un’eroe perseguitato dai cattivi invidiosi… QUANDO è TROPPO è TROPPO !!!!!!!!!

LEONE MONTAO

venerdì 23 luglio 2010

Quella gran puttana dell'anarchia



Premessa
Ciò che segue è una semplice speculazione da quattro soldi passibile di essere confutata o corretta in qualsiasi momento.
Non pretendo di darle un valore assoluto (sono poche le cose della vita che lo hanno) e sono sicuro che questa mia teoria non sia neanche particolarmente originale e anche che possa trovare nella vita reale numerose smentite.
Ma è il frutto di una meditazione che non era proprio da buttare via e per questo motivo ho deciso di sottoporvela nella speranza che qualcuno di voi ne possa trarre giovamento e magari anche spunto per future discussioni.

Il punto di partenza di questo ragionamento è la constatazione della perfezione dell'ordine naturale: la natura ha la capacità di creare cicli iterativi di ordine e disordine, dunque la possibilità di ripristinare uno stato di partenza dopo eventi dai lei stessa provocati.
Parlo di terremoti o altri cataclismi, ma anche dell'azione di animali (ad esempio le opere idrauliche dei castori): l'azione dell'uomo esula invece dalle capacità "guaritrici" della natura.
Mi spiego meglio, per essere più chiaro.

Innanzitutto intendiamo con "natura" l'ecosistema globale ESCLUSO L'UOMO.
Data per buona la teoria che determina come limitate le risorse materiali del nostro ecosistema (che a parte la luce solare e le radiazioni cosmiche è un sistema chiuso), si può osservare come la natura sia capace di ricostituirsi, di "riciclarsi", sempre e comunque o, al limite, di adattarsi alle conseguenze dell'azione di forze fisiche (terremoti) o di forme di vita (castori, termiti, ecc.).
Questa sua capacità è però fortemente limitata, se non annullata, dall'azione della sua creazione più ingombrante: l'uomo.
Partendo da una mera relazione di simbiosi (come per tutti gli animali), l'uomo è giunto in un determinato periodo storico
(rivoluzione industriale) ad affrancarsi progressivamente dal suo habitat, sforzandosi di piegare l'ambiente alle sue esigenze (in misura decisamente superiore rispetto ai castori) arrivando infine a crearsi un habitat completamente artificiale (a parte l'ossigeno, ovviamente).

Che cosa ci differenzia principalmente dagli altri animali? Non solo il pollice opponibile o l'apparato vocale progredito: è lo stesso intelletto umano a tracciare un solco profondo tra noi ed il resto del bios.
E' lo stesso fatto di concepire i nostri pensieri non solo con le immagini (come si suppone facciano gli animali), ma anche tramite le parole: il linguaggio è il pollice opponibile immateriale che ci configura come gradino più elevato dell'evoluzione (morale a parte).
Risulta dunque normale che, in quanto esseri forgiati dalla natura, il ragionamento umano, l'ordine umano abbia qualche analogia con quello naturale presentando però particolarità decisive e fondamentali.

Provo a spiegare meglio questo punto: la natura crea il suo ordine tramite sintesi, semplificazioni; il nostro ordine (biologico, sociale, ecc...) funziona tramite categorie.
Qual'è la differenza tra la sintesi e la categorizzazione?
Semplice: la prima verte all'unità, la seconda alla moltiplicazione (o meglio, proliferazione).
Per assurdo noi tentiamo di ridurre la complessità (creare ordine, metterla in culo all'entropia) moltiplicando e stabilendo categorie sempre nuove (un esempio quasi puerile è quello dei generi musicali: quanta musica pressoché identica viene etichettata con nomi diversi?).
Qual'è il risultato di questa operazione? La creazione di anarchia.
E' un paradosso? Si, ma ecco come si può dipanare.

La nostra azione non è altro che una compulsiva coazione di ordine e disordine: più tentiamo di ridurre la complessità, più le nostre categorie si confondono in una babelica accozzaglia.
Ovvero: dinamica dell'entropia periferica.
Ogni volta che tentiamo di costruire una nuova "città celeste" il prezzo da pagare è l'enorme quantità di macerie e immondizie (materiali o simboliche) che trasferiamo nella sua periferia.
Questo si può osservare in alcuni ambiti sociali inerenti il Welfare.

Prendiamo ad esempio un istituto previdenziale (tipo l'Inps).
Il suo funzionamento è basato su una reiterazione di ordine-disordine-nuovo ordine e così via.
Cioè: ogni tentativo di riordinare un settore provoca scompiglio nei limitrofi, che per essere sistemati dovranno "infettare" con il proprio caos quelli a loro volta limitrofi.
In maniera ricorsiva.

Un po' come la natura, nella quale però prevale sempre un ordine.
Noi invece tendiamo sempre all'anarchia, proprio perché le nostre categorie ci fuggono di mano, tante sono.
E ne stanno nascendo di nuove anche in questo momento.
Ed è per questo che la mia casa è sempre in disordine: ogni tentativo di sistemare qualcosa (tipo la libreria)provoca scompiglio da altre parti (tipo l'armadio).
E poi si sa che sono pigro, ma questo non c'entra.
Di chi è la colpa? 
Nostra, o meglio, del nostro intelletto bastardo che continua a generare nuove categorie mentre brama nuovi Ordinett di Ikea che serviranno più che altro a fare a pugni con gli altri mobili della casa.
Proprio come le idee nel cervello.
Come quando vado a dormire con una vocina nel cervello che mi dice "Nuku Alofa è la capitale di Tonga, Pi greco uguale a 3,14, Camus ha scritto LA PESTE nel 1947, EL TOPO di Jodorowsky è invece del 1969,zia in francese si dice tante, domani ricordati di cambiare la lettiera ai gatti, ecc...".

Ecco perché sono convinto che siamo destinati all'anarchia: è il nostro stato d'ordine.
So che vi siete appena letti una serie di ragionamenti tutt'altro che scientifici, ma non è affar mio.
Spero abbiate gradito non solo la prosa ma anche la qualità del pensiero, anche se magari completamente errato.
Magari la pensate come me, o giù di lì, oppure pensate che sia una sequela di stronzate: magari può essere uno spunto per qualcosa di diverso.
Magari poteva essere il trecentesimo inizio di un romanzo che non ho mai scritto.

mercoledì 21 luglio 2010

piccola pausa tecnica

Ci scusiamo con voi lettori per i periodici black out.
Tra impegni di lavoro, studio, ecc. siamo spesso costretti a trascurare questo spazio.
Tuttavia già da questa settimana dovremmo essere in grado di riprendere una periodicità accettabile.
Rinnoviamo come al solito l'invito alla collaborazione: in linea di principio un aumento di autori dovrebbe comportare una maggior frequenza di pubblicazione, sta a voi scegliere se accettare la nostra proposta ed entrare a far parte di questo spazio condiviso.
A presto


    Il Nucleo Alfa di Apolitics Now