martedì 22 marzo 2011

Pacifisti o manichei?

I movimenti pacifisti hanno sempre avuto la mia stima e sempre la avranno.

Ora sono scesi in piazza contro la missione internazionale che si sta svolgendo in Libia,scendono in piazza con gli stessi striscioni e gli stessi slogan che avevano usato contro la guerra in Iraq.

Ma la situazione in Libia è molto diversa.Tralasciano infatti dei fattori sostanziali che rendono l'intervento in Libia necessario:

1)La Libia ha un movimento rivoluzionario e possiede un governo alternativo al regime

2)II suddetto movimento rivoluzionario ha chiesto espressamente l'intervento e l'aiuto straniero ,ha festeggiato l'approvazione della no fly zone ed ha dato l'assenso ad interventi mirati contro obbiettivi strategici.

Vendola,Emergency,Cgil si schierano al grido di “cessate il fuoco-parlino le diplomazie”.

Credono forse di rabbonire Gheddafi con la diplomazia?

I marxisti leninisti si infuriano contro la prepotenza imperialista. Manichei.Siete forse scesi in piazza contro i massacri perpetrati da Gheddafi?

Si chiedono i pacifisti perché stanno de facto assumendo la posizione di paesi “democratici” e “pacifisti” quali Cina,Russia e Venezuela?

Bisogna avere il coraggio di scegliere di stare dalla parte della rivoluzione libica. Non esiste nessuna terza via adesso. Schierarsi oggi contro la missione internazionale vuol dire schierarsi con Gheddafi.Che lo si voglia o meno.

La resistenza in Italia fu sanguinosa come lo sarà quella contro Gheddafi. Dovremmo ripudiarla per questo? Gli Alleati non hanno forse aiutato gli italiani contro le dittature nazi fasciste?

Pacifisti o manichei?


giovedì 17 marzo 2011

Pasolini e la tv:una non profezia avverata


Nessun centralismo fascista è riuscito a fare ciò che ha fatto il centralismo della civiltà dei consumi[...]per mezzo della televisione il Centro ha assimilato a sé l'intero paese,che era così storicamente differenziato e ricco di culture originali.Ha cominciato un'opera di omologazione distruttrice di ogni autenticità e concretezza."

Era il 1973 quando Pasolini scriveva questo articolo per il Corriere della Sera. Il profondo ed analitico sguardo dello scrittore aveva già colto il ruolo centrale della televisione quando ancora erano in pochi a considerarlo e in molti a sottovalutarlo. Queste opinioni erano spesso additate come pensieri negativi di un uomo solo e per questo ammalato di un pessimismo cosmico.

Eppure rileggere oggi ciò che ha scritto sa stranamente di profezia.Non lo è. Nell'acuta analisi pasoliniana delle dinamiche sociali italiane di profetico non vi è nulla.

Cos!è la televisione per Pasolini?

è uno strumento del potere che se ne serve per imporre i suoi modelli,"modelli voluti dalla nuova industrializzazione,la quale non si accontenta più di un"uomo che consuma",ma pretende che non siano concepibili altre ideologie che quella del consumo."

Il processo di omologazione a quei modelli si è compiuto non solo in Italia ma su scala mondiale tanto che parliamo di globalizzazione. Ma in Italia è successo qualcosa di diverso.

Un uomo di nome Silvio Berlusconi ha inizialmente incarnato quel modello di edonismo di massa proposto negli anni 70,è stato apparentemente un perfetto omologato,come spesso i futuri potenti sono. Ma quando ha acquistato dei canali televisivi ha riproposto quel modello in modo caricaturale. Facendolo suo,Berlusconi lo aveva distorto.

II modello proposto da B. e dalle sue tv fa un brutale salto di qualità peggiorativa.

Non pretende solamente che l'unica ideologia sia quella del consumo,ma impone che lo stesso essere umano si ponga tra i beni consumabili.

Questo salto brutale e violento si esprime nell'esclusivo rapporto mercenario che Berlusconi intrattiene non solo con le donne,ma anche con i “suoi” membri del “suo” partito.


Tutta l'Europa si sta chiedendo perché dopo lo scandalo sessuale e l'accusa di prostituzione minorile il gradimento di Berlusconi non scende nei sondaggi,ecco la risposta.

L'iperrealtà catodica proposta dalle tv di Berlusconi è stata scambiata per realtà non solo dal nostro presidente del consiglio ma anche da una grossa fetta della popolazione italiana. L'altra parte ne è stata comunque pesantemente condizionata.

Questa iperrealtà,già triste e ridicola in sé,lo è divenuta in modo ancora più evidente una volta trasportata nella realtà:

un settantenne che intrattiene molteplici rapporti con ventenni,balletti televisivi in salotto compresi, non può che risultare ridicolo ed infinitamente triste a qualsiasi persona sana di mente.

C'è tuttavia una piccola parentesi:: per chi già viveva in quell' iperrealtà ciò che è accaduto non ha proprio nulla di straordinario.

Ecco la conclusione di Pasolini:

"Non c'è dubbio(lo si vede dai risultati)che la televisione sia autoritaria e repressiva come mai nessun mezzo di informazione al mondo. Il giornale fascista e le scritte sui cascinali di slogans mussoliniani fanno ridere:come(con dolore)l'aratro rispetto a un trattore. Il fascismo voglio ripeterlo,non è stato sostanzialmente in grado di scalfire l'anima del popolo italiano:il nuovo fascismo,attraverso i nuovi mezzi di comunicazione(specie,appunto,la televisione),non solo l'ha scalfita,ma l'ha lacerata,violata,bruttata per sempre..."

Per leggere l'articolo originale:http://www.pasolini.net/saggistica_scritticorsari_acculturazione.htm

Pasolini parla della tv:http://www.youtube.com/watch?v=A3ACSmZTejQ&feature=player_embedded e qui http://www.youtube.com/watch?v=e6ki-p1eW2o&feature=related



sabato 12 marzo 2011

Paura, eh?


Torno a scrivere dopo una lunga pausa, dovuta non solo agli impegni di lavoro, ma anche ad una lunga riflessione su cosa debba essere questo spazio, purtroppo un po' tralasciato da un gruppo Alpha che, di persona, si vede poco o niente.
Torno a scrivere, inaspettatamente anche per me, perché gli eventi degli ultimi due giorni richiamano alcune delle cose che vado dicendo in giro da anni.
Torno a scrivere perché l'angoscia, l'indignazione, lo sconforto ed il dispiacere per ciò che sta succedendo in un paese che vorrei visitare (in quanto perfetta simbiosi di antico e moderno, mi hanno spinto a farlo, sull'onda di una paranoia globale che non faceva capolino dal 1986, quando avevo solo un anno.

Chiusa questa lunga premessa. Credo sia inutile spiegare cosa sta avvenendo a Fukushima (e se siete così strafatti di crack da non esservene accorti ecco il link in tempo reale), ma ritengo sia importante mettere in chiaro una cosa: per anni ci siamo illusi che l'incidente di Chernobyl fosse causato dalla mostruosa arretratezza del regime comunista, che quei "pezzenti", per sbadataggine e, magari, per mancanza di democrazia, si siano ritrovati con un reattore nucleare prossimo alla fusione.
E, soprattutto, ci siamo convinti che tutto ciò non potesse accadere a noi, all'amatissimo e onnipotente mondo civilizzato.

Ebbene: è tutta una stronzata.
La verità è che l'anima stessa dell'energia nucleare è una sorta di scommessa, ma di quelle che, se le perdi, non si risolvono con un pacco di cerotti: è vero, il caso di Fukushima non può essere certo paragonato a Chernobyl, ma forse è assimilabile a Three Mile Island e Windscale ed è servito a dimostrare, ancora una volta, che la "sicurezza nucleare" è solo un ossimoro a portata delle multinazionali dell'atomo, dei paesi produttori d'uranio, dei governi compiacenti e, per finire, dei gonzi che finiscono per bersi tutta la solfa.

La questione è molto semplice: dire che ciò che è successo a Fukushima è frutto del sisma può soltanto corrispondere a parte della verità.
Dire, invece, che questo tipo di tecnologia ha implicazioni al di fuori del nostro controllo (proprio come i terremoti) può essere più calzante.
Aggiungere che, se invece di una centrale nucleare ci fosse stato un parco eolico o fotovoltaico i danni del sisma sarebbero stati rimediabili è più che certo: la televisione giapponese non lo dice, ma la nuvoletta bianca scaturita dal reattore 1 non è il peto di Godzilla.

Pertanto torno a ribadire la mia contrarietà al nucleare che, nonostante ci assicurino la costante scoperta di tecnologie avanzate, sempre nucleare rimane.
Dovrà sempre produrre scorie da stivare ed utilizzare materiale come l'uranio, che non è solo radioattivo, ma determina la miseria e la morte in posti come il Niger, dove la francese Areva, tra i paladini globali delle centrali-bomba, non si fa certo scrupoli su come questo minerale venga reperito.

Potranno sempre ripeterci, fino alla nausea, che l'energia nucleare è pulita (ma l'estrazione stessa dell'uranio è altamente inquinante), economica (e dove mettiamo i costi mostruosi degli impianti, paragonabili ai budget militari, del materiale e dello stoccaggio, non smaltimento, delle scorie?), produttiva (forse l'unico punto ammissibile ma non accettabile) e, soprattutto, sicura.
Potranno dire che i contrari sono pazzi, ma i pazzi sono loro, e anche ben pagati.

Ah, lo sapevate? lo scorso dicembre, a causa della neve, è crollato il tetto di un edificio all'interno del sito nucleare francese di Flamanville (il tempio di Areva).
Voci non confermate dicono che dentro ci fossero scorie a bassa intensità. Areva nega con un contatore geiger in mano.
Adesso sono sicuro che stanotte dormirete più tranquilli.

Passiamo all'italico stivale.
Per settimane la centrifuga-cervelli che spacciano come mezzo televisivo ci ha bombardati con due inquietanti cloni che giocano a scacchi (frutto forse di contaminazione da cesio?): era la pubblicità del Forum Nucleare, un ente creato apposta per "informare" (leggasi: confondere ancor di più le già torbide acque).
Ebbene, il Giurì dell'Autodisciplina Pubblicitaria ha bloccato lo spot perché "ingannevole".
Costretti a rimediare, gli autori di questa reclame degna del dottor Caligari hanno aggiunto una postilla finale che chiariva finalmente da che parte stavano. Quella sbagliata.
E chi sono i finanziatori di questo forum?
Ce lo dice Greenpeace: "Tra i soci del Forum Nucleare, ufficialmente un' associazione no-profit, troviamo i nomi noti dell'industria nucleare: Enel, Edf (Électricité de France), Ansaldo Nucleare, E.On Italia... Sono loro ad aver investito i 6 milioni di euro necessari per "stimolare" il dibattito nelle case degli italiani".

Evviva la sincerità