venerdì 8 gennaio 2010

Il Principe di Casador




Negli ultimi due mesi ho avuto per compagno un libro così ricco di stimoli da distogliermi da ogni altra occupazione. E' pur vero che si trattava di un testo per un esame, quindi sono stato comunque obbligato a leggerlo, ma vi assicuro che la sera mi costringevo a chiuderlo per poter dormire, tanto ero impegnato nell'affascinante lettura.
Questo libro si chiama "Il Principe di Casador", scritto dal Prof. Giuliano Piazzi ben dieci anni fa, e vi consiglio vivamente, cari lettori di Apolitics Now, di reperirlo.
Qualcosa in più di un semplice trattato di sociologia, aforistico e a tratti propriamente poetico, ricco di sottile ironia e mai presuntuoso, "Il Principe di Casador" rappresenta un viaggio alla scoperta del significato del moderno.

Piazzi ci mette subito in guardia sostenendo come l'attività simbolica abbia progressivamente provocato la crisi della materia, ovvero come le cose siano state gradualmente sradicate dal proprio contesto normativo per entrare a far parte di un mondo simbolico che oggi sfocia nella virtualizzazione e nella digitalizzazione.
Le cose vengono svuotate e rese contingenti, configurando così l'essenza del moderno: il divenire concreto dell'astratto.
Ciò vale chiaramente anche per la vita umana che da unità, da Storia, viene ridotta a semplice aggregato di informazioni genetiche e parametri biochimici.
La digitalizzazione entra nel vivente snidando la Langue, i valori della Comunità, la Storia (per quanto questo Sapere sia parziale, cioè dovuto ad appartenenze etniche), e lo sostituisce con una grezza natura vivente scomponibile e contingente (o, come dice Piazzi, continuità bio-chimico-fisica).
La Vita subisce quindi un profondo cambiamento: da analogica a digitale, da qualitativa a quantitativa.
Ovviamente le ripercussioni a livello di ciò che conosciamo come Bioetica sono non indifferenti.
Chi o cosa è responsabile di questa "formattazione"? Il Sociale, ovvero il Capitale.

Piazzi rilegge Marx aldilà delle connotazioni politiche, spesso strumentalizzate da ogni dove, trovando nella sua opera più nota una potente descrizione della società.
Dopo aver esplorato i confini di quella che definisce "Antimateria", Piazzi si tuffa, e noi con lui, alla scoperta delle dinamiche del Denaro e della Finanza, i principali mezzi di conquista del Capitale. E' qui che, storicamente, il moderno si afferma a scapito della materia e della qualità (si pensi al mercato dei derivati).
La Teoria del Valore di Karl Marx viene così miscelata alla Teoria dei Sistemi Sociali di Niklas Luhmann compiendo un ardito e spettacolare salto paradigmatico che porta in primo piano il potere della contingenza (chi ha letto Zygmunt Bauman e si intende di modernità liquida troverà dunque pane per i suoi denti).
Il Capitale assurge così a vero Sistema del Sociale e la contingenza (compreso il Valore di Scambio) assume su di sè il compito di far evolvere l'Ambiente di questo Sistema (cioè l'Ambiente Umano) in forme sempre più flessibili e coerenti con il Plusvalore (si veda l'inarrestabile ascesa del lavoro flessibile, o precario).
Il Denaro si trasforma da mezzo a fine e tende a perseguire la sua autopoietica Teleologia: ridurre a contingente, digitale, quantificabile, ogni residuo di qualità, di rapporto organico.

"Oggi il danaro non è mezzo di scambio.
Non di circolazione.
E neanche di comunicazione.
Nel moderno che si autorealizza, 
il danaro è fine a se stesso.
E' scopo ultimo."
G.Piazzi,Il Principe di Casador,pag.143 

La terza tappa del viaggio del Principe ci porta a scoprire qualcosa che fa ormai parte del passato: la Comunità.
Questa forma di trascendenza, precedente a quella del Sociale favorita dal Capitale, permetteva all'uomo di dare un senso alla sua esistenza inserendolo in un contesto mitopoietico dove il Sapere simbolico comunitario entrava in simbiosi con il proprio Sapere ancestrale.
In questo modo l'uomo non era più una mera natura vivente, come lo possono essere gli alberi o le locuste, la Comunità formava la mente dell'individuo e intratteneva con esso un rapporto organico che ne garantiva un vissuto permeato dalla Memoria,dalla Cultura.
Un vissuto, per così dire, analogico.

Questo rapporto tra Comunità e l'uomo si rompe nel momento in cui la Comunità non riesce più a educare l'uomo in maniera armonica: l'uomo avverte come violenza tutto ciò che viene da fuori (vedi, tra le altre cose, la Religione).
A questo punto subentra il Capitale e la sua Pulizia Etnica.
A partire da quella che Marx definisce "sottomissione formale del lavoro al Capitale" e dalla Semantica Borghese che disconosce le appartenenze comunitarie e trasforma l'individuo in Persona, il Capitale può agire indisturbato nella sua opera di bonifica dell'Ambiente Umano secondo i suoi scopi (il Plusvalore).
Ma il Capitale non è altro che un surrogato, un sistema al quale siamo costretti in mancanza di alternative.
La Vita soffre a causa della bonifica e lotta per emanciparsi da ciò che violentemente la trascende: vuole realizzarsi come Tutto-Idea.

"Adesso, la materia che vive non ha più bisogno di essere ciò
che le ha sempre chiesto di essere l'utero della trascendenza.
Non più voluta da lui.
La materia che vive non deve più essere al servizio della Comunità.
E neanche di qualsiasi altra forma di trascendenza che non provenga
da lei stessa."
G.Piazzi,Il Principe di Casador,pag.401

Il viaggio del Principe si ferma qui, sta a noi seguire i suoi passi.

5 commenti:

  1. ciao, mi chiamo Valeria e sono approdata qua grazie a una ricerca su google. Ho avuto Piazzi come docente tanti anni fa, e lo seguii per tanti anni, e amai Il principe di Casador quando uscì e quando per me non era più obbligatorio leggerlo per l'esame. Ti volevo solo ringraziare per questa sintesi che hai fatto, è giustissima, sei un vero piazziano :)
    Piazzi ha scritto parecchi libri, anche uno recente, ma il principe resta il suo vero testamento, almeno a mio parere.
    ciao, buone cose

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  2. ti ringrazio per i complimenti, sono molto felice che tu abbia apprezzato quello che io considero un omaggio più che un'analisi.
    il principe di casador, insieme ad ambiente umano e valore di scambio di giorgio manfrè, studiati insieme per lo stesso esame, sono per me tra i testi-rivelazione, libri capaci di cambiare e influire in maniera profonda sulla concezione personale della società.
    diciamo che da quando li ho letti non ho più potuto guardare il mondo con gli stessi occhi di prima.
    ciao e buone cose anche a te

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  3. Ciao, anch'io alunna di Piazzi presso la facoltà di Sociologia di Urbino un po' di anni fa...ho studiato il Principe di Casador, magnifico e mai più dimenticato... e la tua una sintesi SUPERBA!

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  4. Un misto di analisi sociologica e poesia, un libro che scuote la mente e l'anima.

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  5. Che fine ha fatto il Prof. Giuliano Piazzi dove insegna ora? è in pensione?

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